Nel suo libro Rinnovamento dall'Origine, pubblicato dalla Queriniana nella collana Giornale di teologia, Walter Kasper propone un percorso di rinnovamento per la Chiesa, radicato in un ritorno alle sue origini nel cristianesimo primitivo, incarnato nella figura di Gesù Cristo.

Rinnovamento per l’a. non è un'innovazione superficiale, ma un attingere a Cristo come sorgente viva, da cui sgorga acqua rinfrescante e vivificante, rendendo il Vangelo presente con rinnovato vigore nella storia.

Kasper sottolinea la necessità di riforme drastiche e ripensamenti fondamentali, ma ammonisce contro un «pelagianesimo ecclesiologico», ovvero la convinzione che la credibilità della Chiesa possa essere restaurata unicamente attraverso sforzi umani. L’a. ricorda che la vera forza della Chiesa risiede nella potenza dello Spirito Santo che attualizza il messaggio liberatorio di Cristo, nonostante le fragilità umane.

Come si potrebbe intuire dal sottotitolo, il testo si divide in tre parti proponendo così tre piste feconde di rinnovamento: teologia, cristologa ed eucaristia.

Al centro della riflessione della prima parte si pone il paradigma che Kasper individua nella scuola di teologia dei suoi anni di studio e di insegnamento: la Scuola Cattolica di Teologia di Tubinga. Tale scuola introdusse nel XIX secolo un nuovo stile di pensiero orientato alla storia, concependo il cristianesimo non come un sistema di dottrine atemporali ma come una storia della salvezza.

Questa scuola, con figure come Johann Sebastian Drey e Johann Adam Möhler, fu cruciale per preparare il terreno al Concilio Vaticano II e la sua enfasi su una teologia storicamente radicata. La sua rilevanza si estende fino al XX secolo, influenzando pensatori di calibro come Romano Guardini e Martin Heidegger, di cui Kasper presenta dei profili interessanti.

 

La seconda parte del volume, Testimoniare Gesù Cristo nel mondo di oggi, si concentra sulla Cristologia, interrogando l'identità di Gesù Cristo e il suo significato per l'oggi. Per Kasper, il cristocentrismo dovrebbe rimanere la parola d’ordine della Chiesa. Detto altrimenti, la rilevanza pubblica della Chiesa dipende dalla sua capacità di esprimere una chiara identità cristologica, fondata sulla confessione di Pietro: «Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivente».

Kasper esplora diversi profili di cristologia che non dovrebbero essere in concorrenza, ma completarsi reciprocamente. Così, viene presentata una «cristologia "dall'alto"», radicata nell'affermazione giovannea «Il Verbo si fece carne» (Gv 1,14), che rivela un mistero avvolto nel silenzio per secoli, e che il Nuovo Testamento presenta come l'unica via per la salvezza umana, in quanto l'uomo non può liberarsi da solo. Sebbene si dia spazio alla questione del Gesù storico, questa non mira a fondare la fede in modo puramente storico, ma a mostrare che il Cristo risorto è il Gesù terreno, evitando un docetismo che svuoterebbe l'incarnazione.

Un’altra cristologia presentata da Kasper è quella della kenosis, basata sull'inno cristologico di Filippesi (2,6-11), che evidenzia l'auto-svuotamento di Cristo fino alla morte in croce come espressione dell'amore sovrano e misericordioso di Dio, un amore che si lascia liberamente colpire dalla sofferenza umana. Questo sacrificio non solo è un modello di umiltà e servizio, ma anche, secondo Kasper, la base di una «cristologia della liberazione», che ispira l'impegno per la giustizia e la libertà nel mondo, poiché l'amore divino libera l'uomo e lo spinge alla solidarietà.

Kasper presenta anche una «cristologia universale dello Pneûma» (Spirito Santo) sottolineando il ruolo essenziale dello Spirito nell'incarnazione, nella vita e nell'opera di Gesù, e anche nella continua attualizzazione del suo messaggio, rendendo la cristologia comprensibile e universale, con tracce della realtà di Cristo riconoscibili anche al di fuori della Chiesa.

L'intera riflessione culmina in una «ontologia cristologica dell'amore», dove l'«è» della confessione «Gesù è il Figlio di Dio» si comprende come un'ontologia relazionale dell'amore, in cui la massima unità si unisce alla massima libertà, rendendo Cristo la chiave e il centro di tutta la storia umana.

 

La terza parte intitolata «Mysterium fidei. L’eucaristia come centro e vertice della vita cristiana», si apre riflettendo sul «movimento liturgico» che ha portato al rinnovamento della liturgia, in particolare dell'Eucaristia, attraverso il Concilio Vaticano II.

Il rito rinnovato, con l'esclamazione «Mysterium fidei» dopo le parole dell'istituzione, mira a riportare al centro il «mistero sacrale» dell'Eucaristia. Tuttavia, Kasper lamenta che la riforma liturgica non abbia pienamente raggiunto l'obiettivo di una maggiore partecipazione e comprensione, suggerendo la necessità di una profonda «mistagogia» che introduca i fedeli al mistero liturgico, al suo linguaggio e ai suoi riti, in una cultura sempre più orientata al funzionalismo.

L'Eucaristia è presentata nella filigrana del mistero pasquale, il passaggio di Cristo dalla morte alla vita, che anticipa il banchetto escatologico nel regno di Dio e dona gioia ai credenti. In una parola, essa è la sintesi del cammino di Cristo e del cristiano.

La presenza reale di Gesù nell'Eucaristia è intesa non come statica o materiale, ma come un'auto-comunicazione dinamica e relazionale del Signore glorificato, resa possibile da un nuovo atto creativo di Dio e dall'invocazione dello Spirito Santo (epiclesi). Questo conduce al «carattere sacrificale dell'Eucaristia», che non è una ripetizione cruenta del sacrificio di Cristo sulla croce, ma la sua ripresentazione sacramentale (repraesentatio), memoria (memoria) e applicazione (applicatio) sotto segni visibili. Il ministro ordinato, agendo «in persona Christi», può offrire questo unico sacrificio di Cristo.

Infine, Kasper riflette sull’«Eucaristia come mensa» sottolineando il suo essere sacramento della communio, un'unione non solo individuale con Cristo, ma anche ecclesiale e comunitaria, che edifica il Corpo di Cristo, la Chiesa. Questa comunione richiede fede, esame di coscienza e un impegno coerente nella vita quotidiana, spingendo i cristiani a condividere non solo il pane eucaristico ma anche il pane quotidiano e a lavorare per la giustizia.

Le questioni ecumeniche sull'Eucaristia, sebbene abbiano visto importanti riavvicinamenti, rimangono complesse, sottolineando la stretta connessione tra comunione eucaristica e comunione ecclesiale.

In definitiva, la celebrazione eucaristica è un atto di adorazione e ringraziamento, una fonte di forza e un invito a essere testimoni di nuova vita nel mondo, resistendo all'ingiustizia e promuovendo la pace e la libertà.

In breve, questo piccolo volume di Kasper costituisce una sfida di traduzione della tradizione teologica in categorie vitali che rinnovano nel solco del Novum che è Cristo. Un contributo ricco e accessibile da un teologo che continua a sorprendere con la sua freschezza.


Robert Cheaib
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