Il contrario vero
della fede non è l’ateismo, ma il sospetto e la mancanza di fiducia. È quanto
ha già intuito il racconto archetipico del tentatore il quale sotto l’albero instilla
sospetto nell’affidabilità del Signore (Gen 3).
Siamo noi quella creatura
propensa più ad ascoltare le sirene del sospetto che le promesse di «Io sono
con te, non temere». La parabola iperbolica di Gesù non raffigura il Padre che
ha tanto amato il mondo, che CI ha tanto amato, ma raffigura piuttosto quel
sussurro interno del nostro cuore, quel «giudice che non teme Dio», anzi che lo
giudica indegno di filiale affidamento.
Avere fede è perseverare nella fiducia,
anche quando tutto sembra implicare il contrario. Significa sperare contro ogni
speranza, proprio come il Figlio sulla croce, il quale sentendosi abbandonato,
si è abbandonato nelle mani del Padre.
È difficile?
– Impossibile direi, ma non
a Dio…
Urliamo la nostra preghiera: «Credo, Signore, aumenta la mia poca fede».