Cari amici, 
Ci separano alcuni giorni dal Natale e nonostante la mia (volontaria) assenza dai social [chiusi whatsapp, telegram e (temporaneamente) il profilo facebook] mi sono sentito ispirato a condividere con voi tre testi per meditare in preprarazione al santo Natale... in chiusura di un anno incredibilmente difficile... 
Il primo testo è tratto dal mio inedito sulla preghiera... che sto ancora scrivendo in questo periodo nei retagli dei giorni (e delle notti). L'uscita in libreria è prevista per la Quaresima. Il paragrafo in questione è tratto dal capitolo che parla del "pregare la Parola", della meditazione orante della Scrittura.
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In alcune icone dell’annunciazione, si dipinge la vergine Maria nell’atto di filare della lana color porpora. Il porpora è simbolo della regalità. Maria sta tessendo nel suo grembo lo spazio per il re dei re. Il grande canone penitenziale di sant’ Andrea di Creta canta così:  «Il grembo della Vergine ha tessuto il corpo di Cristo con tinta di porpora».

Dio non scende nell’ignara e assente passività di Maria, ma nel cosciente assenso e attivo fiat della fanciulla di Nazareth che fa spazio a Dio, che dice un sì umano al sì divino. Non a caso, delle icone molto suggestive raffigurano sia il gesto di tessitura di Maria, sia la Vergine che dimora all’interno del rotolo della Parola, la sua vita è intessuta nella parola di Dio. Maria dà carne alla Parola-Cristo e la Parola dona a Maria la sua vera identità. Prima di accogliere la Parola-Dio nel grembo, Maria dimora nel grembo della Parola. Prima di essere Madre, è una figlia dell’ascolto, dello Shema’, è figlia del suo Figlio.

Due volte lungo il suo vangelo, Luca ci ricorda che Maria custodiva ciò che stava accadeva davanti ai suoi occhi nel suo cuore. Maria è la donna della custodia, del concepimento. Ed è a un concepimento – e non a una semplice concezione astratta – che siamo chiamati quando ci accostiamo alla lettura della Scrittura. Per questo Maria sarà l’icona e il modello a cui guarderemo maggiormente per riflettere insieme in questo capitolo dedicato al verbo «custodire», inteso come custodia meditativa e contemplativa della parola di Dio.

Ispirato alle icone mariane e soprattutto a Maria quale icona dell’ascolto, questo capitolo vorrebbe riflettere sulla preghiera come gesto di ascolto e di dialogo. Non un ascolto o un dialogo qualsiasi, ma l’ascolto per eccellenza e il dialogo costitutivo della nostra identità creaturale: l’ascolto e il dialogo con il Signore. Karl Rahner definisce in estrema sintesi definisce l’essere umano come «uditore della parola».

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Robert Cheaib
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