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Due uomini, con la testa china, il volto incupito, il cuore affranto e i pensieri tormentati, percorrono la strada che li allontana da Gerusalemme. Vivono una «fuga dal crocifisso» (Martini). Non riescono ad attribuire un senso alla morte di Gesù.
Per loro la croce è scandalo e stoltezza. Stona con tutto quello che si aspettavano dal Nazareno. Speravano fosse lui il messia potente che avrebbe liberato Israele.
Avevano una speranza illusa. Pensavano che dove c’è fatica non ci potesse essere vita. Credevano che la vita dovesse essere facile, altrimenti c’è qualcosa che non va. Si aspettavano che la strada della verità fosse lastricata di successi e di applausi.
Da cui la speranza delusa.
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Dicono a Gesù: Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele
Sono sconvolti e non possono sentirsi coinvolti… faticano a riconoscere il Volto. Per loro è solo forestiero.
Allora vediamo come il Signore riesce a fare breccia nel loro cuore.
Presento in questa meditazione sette esercizi (per rimanere in tema di palestra) per imparare a fare spazio alla vera speranza, quella che viene dall'Alto, dall'alto della Croce.
I discepoli di Emmaus ci mettono dinanzi le nostre “piccole” speranze umane e la grande Speranza che solo Dio dona.
Il testo di riferimento della meditazione si trova nel capitolo 4 di "Un Dio umano", http://bit.ly/dioumano

Trovate in questo link la scheda per la preghiera personale, le domande e bibliografia aggiuntiva: http://bit.ly/schedadiscepoliemmaus


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