Eccoci qui davanti alla porta di casa per la nostra terza passeggiata. Non so se accade solo a casa nostra, ma prima di uscire c’è sempre chi, come un custode, fa la processione per le stanze per spegnere tutte le luci, perché puntualmente qualcuna resta accesa, chi chiude le finestre e chi davanti alla porta fa le domande di rito: “Le chiavi dell’auto le hai tu?”, “Hai preso il portafogli?”, “E le chiavi di casa?” e ad ognuno il suo elenco. Si tratta di incombenze pratiche, è vero, ma che ci fanno sentire al sicuro e pronti per andar via. Una sorta di bagaglio invisibile che ognuno di noi porta con sé ovunque va. Dietro quella porta che si chiude c’è il nostro mondo e lì fuori? È lo stesso il nostro mondo, quello condiviso con il resto del mondo, però! E quindi pieno di incognite, possibili pericoli, sguardi indiscreti, giudizi non richiesti e tutto quello che alle volte è difficile anche da immaginare. Eppure certi di quel bagaglio invisibile cerchiamo di camminare fieri.

“Quando viaggio porto la mia borsa…e dentro cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere, ne ho portato uno di Santa Teresina e io sono devoto. Io sempre sono andato con la borsa nel viaggio, è normale, ma dobbiamo essere normali. E’ un po’ strano per me quello che tu mi dici, che la foto ha fatto il giro del mondo. Mah, dobbiamo abituarci ad essere normali, alla normalità della vita”. (Papa Francesco)

Normali nella normalità della vita: è così difficile? Eppure se ci pensi è il nostro bagaglio migliore, perché ovunque andremo, qualunque sarà la nostra destinazione, resteremo sempre noi stessi. E quanto è importante questo bagaglio personale nella passeggiata di coppia? È fondamentale, non si può partire senza! Il vero amore nasce quando amo l’altro nella normalità della vita, nell’ordinario e nella quotidianità e quando quei bagagli normali non rappresentano un peso ma un tesoro, non un qualcosa da trascinare ma da portare in spalla con orgoglio.
Ed allora, io e te, proviamo a domandarci cosa c’è nel nostro zaino, perché forse qualcosa è finito da tempo sul fondo e non ricordo nemmeno più di averlo oppure l’hai conservato così bene nello scomparto segreto che è rimasto lì sigillato. E forse ci sono delle cose che non sono poi così utili e che sono diventati solo pesi superflui.
Immaginiamoci così, seduti a terra a svuotare i nostri zaini. Lo facciamo così poco di frequente che si è accumulata anche parecchia polvere. Ora che ci siamo, fermiamoci, parliamoci, ormai gli zaini sono vuoti e il contenuto è sparso qui per terra davanti a noi. Vuotiamo il sacco, ma nel senso buono.
Non tutto si fa in fretta, anche se ormai siamo abituati all’istantaneità, a fare tutto immediatamente e velocemente. Adottiamo la tecnica delle “tre P” che ci ha lasciato come splendida eredità la Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo, nata al cielo esattamente sette anni fa. La tecnica dei Piccoli Passi Possibili:

"Per arrivare al Signore non devi correre né camminare troppo piano: devi avere un passo costante, continuo e soprattutto sul presente; perché la stanchezza viene se pensi al passato e al futuro, mentre se cammini pensando soltanto al piccolo passo possibile che tu ora puoi fare, a un certo punto arrivi alla meta e dici: 'Sono già arrivata! Incredibile, Signore, ti ringrazio!”

E così, senza nemmeno accorgercene, i nostri zaini saranno rifatti, rimessi a nuovo e pronti per una nuova passeggiata. Con un bagaglio responsabile e consapevole pronti a riempirsi anche di qualcosa di diverso rispetto a ciò che c’era prima. La preghiera è discernimento, è guardare oltre la pelle per arrivare al cuore, è comprendere l’Amore esclusivo che Dio Padre ha per ognuno di noi, combattere i Golia della nostra vita. Così come ha scritto Chiara Corbella, in seguito alla perdita del suo piccolo e desiderato Davide e ai tanti Golia che sono dentro di noi:

“Ha smascherato la fede magica di chi crede di conoscere Dio e poi gli chiede di fare il dispensatore di cioccolatini. Ha dimostrato che Dio i miracoli li fa, ma non con le nostre logiche limitate, perché Dio è qualcosa di più dei nostri desideri”.

Ed allora, rimettiamoci lo zaino in spalla, risistemato secondo la logica di Dio. Ma prima di chiudere la porta: «Hai preso le chiavi?»

Qui di seguito il file della terza passeggiata.

https://drive.google.com/open?id=11Gd6aaJetPG5rr0HecfYpJezoQsWbRUiClicca qui


Prima passeggiata: clicca qui

Seconda passeggiata: clicca qui

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