Il rapporto tra dogma e predicazione non è né facile né automatico. Tante volte la predicazione nasce da buoni propositi ma da non altrettanto buona teologia e si fanno pasticci non indifferenti. Già nel 1973, Joseph Ratzinger scriveva: «La via che conduce dal dogma alla predicazione è divenuta molto faticosa. Non esistono più modelli di pensiero e di opinione atti a trasferire il contenuto del dogma nella vita di ogni giorno; ma si pretende troppo dal singolo predicatore, se si esige debba ripercorrere personalmente, di volta in volta, tutto il cammino che va dalla formulazione del dogma al suo nucleo e, da qui, di nuovo al linguaggio del tempo presente».
A questa lacuna supplisce in modo ricco e sostanzioso il Catechismo della Chiesa Cattolica. Parlando di esso, nel 1992, Giovanni Paolo II ebbe a dire: «Io lo riconosco come uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale e come una norma sicura per l’insegnamento della fede».


Il Catechismo ha voluto essere uno strumento attraverso il quale «la Chiesa ha indicato con saggezza e rigore un percorso esemplare per la catechesi e la formazione di catechisti, presbiteri, religiosi e religiose e laici e per ogni battezzato desideroso di approfondire il depositum fidei della Chiesa cattolica, viverlo e testimoniarlo con fedeltà».

La nuova edizione con testo integrale del catechismo, curata da Mons. Rino Fisischella e coedita dalla Libreria Editrice Vaticana e dalle Edizioni San Paolo, non è semplicemente una nuova edizione del Catechismo, ma è uno strumento nuovo e autorevole corredato da circa 900 pagine di commento teologico-pastorale – a cura di ben 43 illustri studiosi – per dare al già ricco e sintetico strumento che è il Catechismo orizzonti più vasti e un’attualizzazione per i tempi nostri.
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