Se l'amore alla "volemose bene" - senza norma e per cui tutto è normale e lecito - non è quello annunciato da Cristo, nondimeno, il cuore dell'annuncio di Cristo è e rimane l'Amore. Ed è qui la dialettica - non hegeliana, ma prettamente evangelica - di Cristo che non abolisce la Legge, ma le dà compimento. Il compimento della Legge è l'agape, ci dirà san Paolo. C'è un circolo virtuoso e costruttivo. Come avviene ciò? Quando veniamo trasformati, non solo da atti d'amore, ma dalla comunione stretta con Colui che è l'Amore, dal Dio trino. Sì, il cristianesimo comporta un fare, ma questo fare culmina nel far-spazio al Signore. La perfetta attività è la passività accogliente, è permettere a Dio di essere Dio in noi e per noi.
Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
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