Roberta Sutera
Ogni parola letta in "Alla presenza di Dio. Per una spiritualità incarnata" ha fatto in modo che in me scaturisse una riflessione personale. Ho guardato la mia vita leggendo della vita di Gesù e lì ho trovato le risposte; è infatti una lettura che porta alla presenza di Dio,un percorso che inizia con lo spogliarsi dalle ipocrisie della società e dalle priorità di una vita non vissuta. È un libro che ha fatto in modo che io iniziassi ad esigere da me stessa. 

Il volume è strutturato in capitoli ed ognuno di esso è un passo da compiere, prima verso se stessi, poi verso Dio. Non a caso l'autore si serve della figura di Abramo per spiegare l'importanza di entrare in se stessi per scoprire l'esigenza di trascendersi e andare verso Dio, poiché "se non punta al di sopra di sé, l'uomo cade al di sotto di sé e se perde il senso di Dio perde il senso di sé". 



Ho trovato particolarmente utile ed interessante il paragrafo sul discernimento. Ognuno di noi vorrebbe sempre essere all'altezza di prendere la decisione più giusta, ma spesso ci ritroviamo a non saper decidere per noi stessi e a non saper decifrare la volontà di Dio, immaginando che è troppo lontana dalla nostra. Le pagine su questo tema si offrono come guida, delineando dei passaggi fondamentali per un buon discernimento. Il primo è quello di comprendere cos'è la volontà di Dio, cito l'autore: " la volontà di Dio è il suo amore particolare e unico per l'uomo. Questa volontà è la realizzazione somma di noi stessi, è la nostra felicità." Avverando i vari passaggi possiamo arrivare a delineare la vocazione personale di ognuno di noi attraverso un dialogo amoroso tra Dio e l'anima.
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In occasione del secondo anniversario del libro, condivido un estratto scaricabile dal canale telegram.me/briciole
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