L’avventura spirituale al femminile
Robert Cheaib

Se si prescinde da Maria di Nazaret, lo sguardo della mente si sofferma prevalentemente su figure maschili quando si tratta di parlare dei protagonisti della storia della salvezza: Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Giosuè, Elia, Eliseo, Davide, Salomone, Isaia, Gemeria, Paolo, Pietro, Giovanni, ecc. Sì, pensiamo anche a Maria Maddalena… ma il luogo fondamentale sembra occupato dagli uomini. Eppure a uno sguardo approfondito, è raro che una vocazione rivolta a un uomo non abbia coinvolto una donna. Anche
nella Bibbia vale il detto di Napoleone: «Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna». La parola rivolta ad Abramo, ad esempio, non lascia sedute le donne. Con Abramo parte Sara. Non meno di lui, Sara vive il rischio, i pericoli, l’attesa, la speranza e vede realizzarsi le promesse di Dio.
Elena Bosetti, nota biblista italiana, raccoglie in un volume intrigante i profili di varie donne bibliche e di varie pagine scritturistiche scritte al femminile, offrendo di fatto «un viaggio al femminile» tra le pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento. Il volume Donne della Bibbia. Bellezza, intrighi, fede, passione, Cittadella Editrice, guarda ben 26 istanze femminili cominciando da Eva fino alle donne elogiate da san Paolo: Febe, Prisca, Giunia, ecc.
Il percorso contempla soste interessanti su figure relativamente conosciute come Sara, Rachele, Miriamo, Giuditta, Ester, la Samaritana, Marta e Maria. Non trascura, però, figure meno conosciute al lettore medio come Sifra, Pua, Rispa, Abigail, ecc. Non dimentica neppure la figura dell’innamorata del Cantico dei Cantici.
Un capitolo è anche dedicato a Gesù nel suo rapporto con le donne: Il Maestro che impara dalle donne. Scrive l’autrice: «Sorprende Gesù non solo per l’apertura del suo insegnamento ma per lo stile di libertà che caratterizzava il suo rapporto con le varie tipologie sociali, incluse le donne, anche quelle bollate come pericolose, straniere, adultere, prostitute. Il Figlio impara a pregare il Padre con le parole che gli insegna la Madre. Osserva e impara. Come ogni bambino, come ogni ragazzo che cresce. Ma anche durante la sua vita pubblica Gesù non disdegna di imparare dal mondo femminile. Anzi, in alcuni casi si direbbe proprio che prende lezione dalle donne…». Oltre la scuola della Madre, Gesù non disdegna di imparare da altre madri, come la pagana sirofenicia della regione di Tiro, dalla vedova del tempio e dal profumo generoso di Maria.
Lo stile del libro si distingue per l’approccio narrativo che dona un taglio esperienziale, coinvolgente e intrigante a tutte le pagine. Un inno al femminile che fa parlare il testo biblico senza forzature e senza cadere nei partitismi di genere. È bene concludere questa presentazione con un piccolo assaggio che risalta lo stile e la lettura narrativa che l’autrice fa delle pagine rosa della Scrittura. Siamo con Maria alla tomba di Gesù:
«Povera donna, non sa fare che voltarsi verso il sepolcro. Non riesce a staccare lo sguardo da quella tomba dove lui non è più. Non riesce, finché Gesù non la chiama per nome: “Maria!”. Che balzo al cuore, solo Gesù sa chiamarla così. “non ci sono due modi di nominare una donna che abbiano lo stesso calore”. Solo quella voce può farla “voltare” definitivamente dal sepolcro al Vivente. E Maria voltata (strafeisa) dice una sola parola: “Rabbuni!”. Una parola che ha il sapore della lingua materna e tutta l’intensità di un appellativo familiare: “Maestro mio!”».