Un amico vescovo definisce questo vangelo come “il vangelo delle trasgressioni”. In effetti, il lebbroso va incontro a Gesù trasgredendo la marginalizzazione imposta a quelli come lui dalla Legge. Gesù trasgredisce la Legge toccando un “impuro”. E il lebbroso guarito trasgredisce la raccomandazione di Gesù di non dire niente a nessuno, diffondendo la notizia a tutti i venti. Eppure nessuno ha peccato in queste trasgressioni perché la prima è stata fatta con fede e per un profondo bisogno. La seconda è stata fatta per amore. La terza è stata fatta per riconoscenza. Forse tra le tre, quella fondamentale è la seconda: la trasgressione d'amore di Gesù che capisce che la vera guarigione del lebbroso è il contatto, è l'uscita dall'anonimato, è la relazione... Vieni Signore, tocca ciò che è marginalizzato in noi, guarisce la lebbra e donaci la trasgressione della riconoscenza.

Mc 1,40-45
Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
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