Non
mi interessa una vita eterna che non inizi qui ed ora. E, a quanto pare, Cristo
è dello stesso parere. La parabola dei talenti non parla del giudizio finale,
ma del pre-giudizio e della paura in questa vita. Il servo malvagio non è “cattivo”, bensì “captivo”! È prigioniero del suo pregiudizio: «So che
sei un uomo duro ». Questo pre-giudizio genera paura ed è rigenerato ed
amplificato poi da quella stessa paura. Il pre-giudizio, poi, rende ciechi all’evidenza.
Il servo non si fidava di colui che si è fidato di lui e gli ha affidato il
talento. È una menzogna dire che «mieti dove non hai seminato e raccogli dove
non hai sparso». L’iniziativa della fiducia l’ha presa il padrone. Esamina la
tua vita sul male passivo, quel male che ti mangia dentro, che spegne la tua
vita eterna che inizia ogni giorno, oggi, ora.
Mt
25,14-30
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«AvverrÃ
come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò
loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno,
secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito
colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri
cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel
terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo
molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si
presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque,
dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati
altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei
stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo
padrone”.
Si
presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai
consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e
fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere
su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si
presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse:
“Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli
dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento
sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il
padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho
seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro
ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a
chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto
anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarÃ
pianto e stridore di denti”».
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