In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
Gen 41,55-57; 42,5-7.17-24   Sal 32   Mt 10,1-7

Le raccomandazioni restrittive di Gesù ai discepoli di non rivolgersi ai pagani e ai samaritani ma di attenersi ad annunciare il vangelo alle «pecore perdute di Israele», sono per noi una lezione attuale di evangelizzazione. Si parte dall’evangelizzare il proprio casato, anzi, proprio se stessi. Non posso essere bussola se sono disorientato. Non posso essere luce del mondo se dentro sono spento. Non risplenderò di niente se la mia vita non è infiammata della luce di Gesù. Un adagio medievale recitava così: nemo dat quod non habet (nessuno dà quel che non ha). Non posso donare Cristo se non vivo una vita nascosta con Cristo in Dio.