In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Gen 44,18-21.23-29; 45,1-5   Sal 104   Mt 10,7-15

È un vangelo che sa di urgenza il vangelo di oggi. L’urgenza richiede essenzialità e scelte chiare. In primis dalla parte di chi annuncia il vangelo, perché lo Sposo è qui, è qui, alla porta del cuore, bussa senza forzare perché un cuore invaso non fiorisce. Bussa e il suo bussare è la nostra presenza, la nostra testimonianza, la nostra parola chiara della chiarezza della sua Luce. L’essenzialità e la chiarezza, però, è anche richiesta a chi ascolta perché con l’Amore vige la logica del tutto o niente. Accogliamo la Luce oggi perché questo è l’unico nostro giorno, irradiamo la Luce oggi perché forse chi ci è affidato non vedrà la luce di domani. Il Regno di Dio è vicino.