In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
At 25,13-21   Sal 102   Gv 21,15-19

Per una volta voglio leggere la Tua domanda a Pietro - «Mi ami tu più degli altri» – come una di quelle domande a trabocchetto che fanno i veri maestri, una domanda posta volutamente in modo storto per raddrizzare un atteggiamento. Pietro stesso, infatti, si vantava di amarti più degli altri e di non tradirti anche se tutti gli altri dovessero farlo. Ma l’amore vive forse di paragoni? Non è piuttosto una realtà unica, unificante? Non è forse l’atto e l’attitudine più personalizzante che ci sia? Quando riassumi i comandamenti, Tu ci ricordi che il primo comandamento non è commisurato con le statistiche antropologiche, ma è commisurato con la pienezza del nostro essere personale: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente» (Mt 22,37). Il segreto della santità è trovare il nostro posto, la nostra misura, il nostro stile… quel posto, quella misura e quello stile che è la nostra realtà più bella perché coincide con il tuo sogno per noi.