«Prego ma non credo». Così termina il messaggio commovente di una signora che mi ha scritto qualche settimana fa. Il suo scrupolo – paradossalmente – non è la debolezza della fede, ma la paura di non essere coerente. Parafrasando una grande donna di fede e di dubbio – madre Luisa Claret de la Touche – la signora settantenne mi confessa: «Voglio amare Gesù, ma credo che sia solo una grande illusione. Come posso amare Gesù se non credo? Non posso avanzare nella fede se mi faccio mille domande».
Mi sono permesso di evocare quest’esperienza perché sono convinto che molti tra noi si trovano nella condizione della mia sincera interlocutrice. Per questo, rispondendo a lei, penso – e spero – di poter consolare l’inquietudine di tanti. Innanzitutto, è molto importante riconoscere che la fede non nega né le domande né i dubbi... Noi «camminiamo infatti nella fede e non nella visione» (2Corinti 5,7). Il nostro, su questa terra, è un cammino di affidamento e di crescita. Anzi, mi permetto di dire e di pensare che se il Signore ci avesse voluto senza dubbi, non ci avrebbe creato così. Il chiaroscuro della fede e del dubbio sembrano quasi costitutivi del nostro peregrinare. Lessi una volta di un teologo che si definiva così: «Io sono un ateo che ogni mattina si sforza di credere». Questo sforzo, quest’ascesi e quest’ascesa non sono mancanza di sincerità, sono concretezza. Sono espressione del realismo antropologico.


La fede, quindi, è anche la concretezza dell’affrontare i nostri dubbi. Fede non è avere le comode risposte a tutto, fede è anche il coraggio di cercare e di trovare risposte e di avanzare sempre, convivendo con le proprie domande, fino a giungere all’alba del nuovo giorno dove, non conosceremo più come in uno specchio (ed è importante sapere che gli specchi antichi non erano limpidi come quelli di oggi), ma conosceremo come siamo conosciuti (1Corinti 13,12). Allora – e solo allora – lo spazio scavato dalle fatiche sarà colmato dall’amore e dall’incontro faccia a faccia con il Signore. Su un altro versante, le debolezze della nostra fede sono proprio lo spazio per la preghiera e per lo studio: la preghiera affinché il Signore aumenti la nostra fede e lo studio perché «la fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso Dio»
https://www.famigliacristiana.it/articolo/prego-ma-non-credo-chiedilo-a-credere-di-robert-cheaib.aspx



Robert Cheaib
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