In una famiglia, il più piccolo è solitamente il più coccolato. Vista da quest'ottica, la piccolezza diventa una scelta molto positiva e attraente. Non si tratta di opportunismo. Si tratta invece di capire che i valori del vangelo acquisiscono la loro importanza dalla relazione che si ha con Cristo. Mi spiego: essere piccolo giusto per essere piccolo non ha posto nella logica umana. Mentre essere piccolo perché si è così più prossimi a Cristo, anzi, si è anche più simili a Cristo che si è fatto tanto piccolo per noi, è la cosa più sensata che si possa fare. Il vangelo va letto sempre alla luce di Cristo, alla luce della relazione con lui. Lì, le follie da esso proposte diventano la cosa più saggia, la scelta stessa della Sapienza incarnata di Dio.
#pregolaParola
(Lc 9,46-50)
Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
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