C'è una differenza abissale tra il voler curiosare e il desiderare conoscere. Curiosare ci capita, ad esempio, quando stiamo sui social e, scorrendo, troviamo una notizia curiosa. Cliccare su quella notizia soddisfa una vana curiosità e da quell'esperienza solitamente non usciamo con nessun profitto o vantaggio. Anzi, sovente paghiamo il pedaggio del tempo perso e dell'attenzione da recuperare per gli impegni veri che avevamo momentaneamente abbandonato. In questo vangelo Erode nutre una simile curiosità verso Gesù. È un bambinone che vuole scoprire e vedere con i propri occhi l'ultima novità, vuole far parte dell'ultimo gossip. E anche in questo le nostre vite social sono implicate. Riflettete a quante opinioni esprimiamo sulla qualunque, semplicemente perché è l'argomento del momento... Desiderare conoscere è altra cosa: è quella sacra dedizione di voler dimorare nella conoscenza, lasciarsi conoscere, lasciarsi trasformare. È un'esperienza costosa perché richiede dedizione, ma ci regala il tempo donato e una vita arricchita.
#pregolaParola
(Lc 9,7-9)
Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», altri: «E' apparso Elia», e altri ancora: «E' risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo.
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