«Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!». In questa domanda c'è tutta l'assurdità della logica del male e del maligno. La pretesa di autonomia. L'illusione di poter fare a meno di Dio e della relazione con Lui. Vista così, la situazione dell'indemoniato di Cafarnao non rimane più l'episodio isolato di un esorcismo di un paio di millenni fa. Mi interpella e mi interroga: io, nella mia vita, ci sono zone simili al "no fly zone", zone "Jesus free"? Se ci sono zone così, la prima cosa da fare è esorcizzare la mia immagine di Dio. Può essere l'immagine del Dio prigioniero della domenica, lo scarto per le domeniche e le feste raccomandate e poi... Torna allo scarto. Può essere il Dio dei sensi di colpa. Si fa presente (e pesante) solo nei miei rimorsi e nelle beghe della mia anima... I santi, come Francesco e Newman, ci insegnano che il Signore è «Mio Dio e mio tutto», e che la sua presenza è una «luce gentile». Lasciamo che questa immagine vera e autorevole esorcizzi la nostra immagine di Dio e ricolmi la nostra vita.
#pregolaParola
(Lc 4,31-37)
Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!». Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». Eil demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?». E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.
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