Su alcune cose occorre essere onesti, forse più di altre. Sparecchiare è una delle azioni che piacciono meno, uno di quei momenti che tranquillamente vorremmo delegare o, se si potesse, addirittura saltare. Ma sappiamo benissimo che, anche se riuscissimo a non compierla noi in prima persona, si tratta comunque di un’incombenza pratica che altri dovranno compiere per noi o al posto nostro. Immaginate se in una casa non si sparecchiasse mai, quale sarebbe la situazione della tavola? Non si potrebbe nemmeno più mangiare e non verrebbe neanche voglia di cucinare. In altre parole, non ci sarebbe più il gusto di condividere un momento, verrebbe meno il concetto di inizio e fine, di ordine e disordine, di nuova opportunità  e di rinnovata esperienza.

È un po’ quello che accade alla nostra coppia quando si decide di non voler “fare pulizia”, di non rimettere ordine con la scusa di non perdere tempo, con quella frase che sa più di ripiego malmesso che di proverbio “ E’ nel disordine che trovo l’ordine”. Per non parlare di tutte quelle volte in cui, pur di non sparecchiare e di iniziare a rimettere le cose al loro posto, continuiamo a portare in tavola altri piatti e numerose portate con la finta pretesa, che illude prima noi stessi e poi l’altro, che quell’ennesima scelta possa nascondere tutto il resto, tutto il caos che regna su quel tavolo.

E nella coppia non si può sparecchiare da soli, il bicchiere sporco, il piatto unto e la posata caduta vanno presi insieme, puliti e risistemati al loro posto. Così come non si può pensare che sia sempre l’altro a dover analizzare un problema e risolverlo, a dover iniziare un dialogo alle volte difficile e complicato, a dover trovare la soluzione a tutto e nemmeno che ci si debba accontentare di una tovaglia sporca e piena di fastidiose briciole. È normale, soprattutto dopo anni trascorsi insieme, che sulla nostra tovaglia così come nella nostra coppia, ci siano delle macchie difficili ormai da far andare via o degli aloni che ci ricordano quelle macchie. Sono tovaglie a cui siamo legati, che parlano di tempo e di ricordi, anche se a volte è bellissimo apparecchiare con qualcosa nuovo di zecca, una ventata di aria fresca, di pulito.

Sparecchiare vuol dire ri-cominciare, essere pronti per un nuovo inizio che spesso significa anche continuare ma con nuove e rinnovate consapevolezze.

Ci accorgiamo mai che il Padre è sempre pronto a sparecchiare con noi? Che con il suo perdono ci insegna che è bello accomodarsi ad una tavola pulita e ordinata, che la confusione spesso nasconde la bellezza della semplicità dei gesti? Quante volte, in silenzio, Lui ha iniziato a mettere ordine prima che noi potessimo fare il primo passo?

 MEDITIAMO IN SOLITUDINE

-Aspetto che sia sempre l’altro/a ad iniziare a "sparecchiare - dialogare"? Se si, perché?

-Mi costa davvero tanta fatica?

-Quando penso al nostro rapporto, utilizzando la metafora dello sparecchiare, cosa eliminerei definitivamente e cosa, invece, conserverei?

-Ci sono macchie o aloni sulla nostra tovaglia che proprio non sopporto? Se si, quali?

-Mi sento solo/a nello sparecchiare oppure avverto sempre l’aiuto del Maestro di sala?

 

VIA LE STOVIGLIE…IN DUE

 -Come ce la immaginiamo la nostra tavola sparecchiata? Come il nostro rapporto?

-Vuoto o rinnovato?

-Confidiamoci e con molta sincerità raccontiamoci cosa vorremmo eliminare, cosa conservare, cosa ricordare e cosa aggiungere di nuovo e fresco al nostro rapporto. Che sia una semplice bottiglia d’acqua fresca, una candela profumata o una sofisticata composizione floreale, dobbiamo sentirci tranquilli di esprimerci. Desideriamo semplicità? Oppure un tocco completamente nuovo o ancora ricercatezza? Dobbiamo parlarne!

-In questi continui e possibili nuovi inizi, quale posto occupa il Padre? 

 

 PREGHIAMO INSIEME

 Signore nostro

che mai ti stanchi di attenderci

da soli o insieme,

felici o tristi,

soddisfatti o alla continua ricerca,

insegnaci a saper ricominciare,

a saper sparecchiare non per eliminare tutto,

ma per togliere ciò che non serve, che non è utile,

per rinnovare la gioia di continui e nuovi inizi,

per interrogarci ogni volta che manchiamo di umiltà,

che non vediamo tutte le macchie e gli aloni

e preferiamo ignorarli

piuttosto che impegnarci a rendere più candida la tavola.

Siediti con noi, Signore,

non stancarti mai di farlo.

Amen

 



Maria Marzolla
Vuoi seguirci sul tuo smartphone? Puoi ricevere tutti gli articoli sul canale briciole
clicca sull'immagine per maggiori info