Pensavo, leggendo questo vangelo, che forse qualche fariseo di turno è pure sincero nel suo fissarsi su alcune pratiche che lo aiutano a sentirsi a posto. Insomma, che lo faccia in buona fede. Pensando a ciò, mi rendevo conto di quanto possa essere rischioso condurre una vita spirituale in solitaria. Nella vita abbiamo bisogno di essere accompagnati, confortati e confrontati. Anzi, a volte proprio affrontati da chi ci vuole bene, vuole il nostro bene, ci vuole nel Sommo Bene. Sarebbe difficile diventare dei farisei ciechi se vivessimo amicizie spirituali sane che ci mettono in discussione, ci spronano. Amicizie che ci guardano con gli occhi di Cristo e che sollecitano, con il Contagio della loro bellezza, il desiderio di vedere Dio.
#pregolaParola (Mt 23,23-26)
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
via il canale Telegram Briciole di teologia
iscriviti per non perdere gli aggiornamenti