Parlare di scribi e di farisei potrebbe rendere il discorso a noi indifferente. Chi li ha visti? Che c'è tra noi e loro? Ma pensare che i nostri atteggiamenti potrebbero essere molto simili ai loro, ci deve lasciare inquieti o, almeno, rendere attenti. Non diceva forse Kierkegaard che un professore di teologia è uno che insegna perché un altro è stato crocefisso? Non c'è cristiano senza un vissuto stretto con Cristo, e questi crocefisso. Non ci piace... Ed è normale. Vorremmo già subito il Cristo glorioso. Ma ci accorgiamo, sempre vivendo, che se non abbracciamo il crocefisso, non troviamo senso al nostro vivere. Abbiamo l'accesso sbarrato all'alba della risurrezione. Scendiamo dalle cattedre, seguiamo Gesù.
#pregolaParola (Mt 23,1-12)
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare 'rabbì''dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare 'rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno 'padrè'sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare 'maestrì', perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
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