È particolare questo padrone della vigna. Esce, non perché ha bisogno di lavoratori, ma per venire incontro al bisogno dei lavoratori. Esce non per ricevere, ma per dare. La sua qualità distintiva è l'esodo, l'attenzione e la tensione verso l'altro. Proprio agli antipodi dei pastori che Ezechiele denuncia nella prima lettura, pastori che pascolano se stessi. La nostra azione pastorale - sia che siamo laici o chierici - sia secondo il modello di questo buon pastore. È un compito arduo, impossibile umanamente. Lo possiamo mettere in atto se viviamo con il Pastore l'intimità del salmista, se lo sentiamo come nostro pastore che ci guida su pascoli erbosi. Se ci lasciamo penentrare dalla profonda convinzione esperienzale che Lui è il nostro pastore, non dobbiamo più preoccuparci per noi stessi. Egli ha cura di noi. Noi siamo accuditi, liberati e liberi per pensare alla sua vigna, alle sue pecore.
#pregolaParola
(Mt 20,1-16)
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».
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