Svelare i nostri desideri, anche quelli che potremmo erroneamente considerare banali, è come se ci riportasse rilassati sul divano di casa e non poche volte ci si domanda perché si è atteso così tanto, perché per troppo tempo non abbiamo condiviso, abbiamo tenuto chiuso il cancello che separa la mia dalla sua proprietà. Quando quel passaggio è libero c’è molto più ossigeno, è come il poter abitare in una casa due volte più grande, sentirsi abitati dall’altro e abitare l’altro. Come quella pace e quella gioia che si prova dopo una buona e santa confessione, ci si sente liberi da quelle catene che ci tenevano legati. All’improvviso tutto ci sembra più bello e ci chiediamo come abbiamo fatto prima.
Ma dobbiamo stare attenti a non diventare accumulatori seriali di desideri non condivisi e nemmeno a pensare che il nostro compito si esaurisca qui. Eh no, perché è proprio dopo che arriva la parte più bella, quella del progettare insieme su un terreno comune. 
Se la nostra coppia fosse una cena a lume di candela, quale sarebbe la parte del progettare? Ebbene, è la creazione del menu, è dar forma e consistenza a quello che pensiamo e che, ognuno di noi, già gusta a modo suo. Quante volte ci è capitato di sentire o magari anche di dire l’affermazione: «Ma sì, l’importante è mangiare!», oppure di aver preparato qualcosa e di aver poi scoperto che il nostro partner avrebbe desiderato altro. Ed ecco, che pronti in difesa, esclamiamo: «Potevi dirmelo, pero!».
Progettare è la fase 2 (ormai abbiamo familiarizzato con questi termini), è il passaggio e la trasformazione dal desiderio alla realtà, significa avere una prospettiva comune nonostante i nostri diversi punti di vista. Probabilmente qualcuno penserà che si tratti di piccolezze, ma io sono cresciuta ascoltando i miei genitori che la sera dopo cena o al mattino a colazione decidevano, e lo fanno tutt’oggi, cosa preparare per il giorno dopo. È vero, si tratta di un progetto temporaneo, ma ci educa a collaborare proprio come in uno studio professionale di progettisti.
Non siamo forse collaboratori del progetto di Dio? Sia da soli che insieme?

MEDITIAMO IN SOLITUDINE

-Riesco a progettare, e quindi collaborare, con il/la mio/a partner?
-Qual è la pietra d’inciampo nella nostra collaborazione? Quali gli ostacoli?
-Riesco ad esprimere me stesso/a nei progetti di coppia?
-Tendo a prevalere o ad adeguarmi?
-Cosa sarebbe necessario per creare il giusto equilibrio?
-Pensando alla cena a lume di candela, quale sarebbe il mio menu ideale?
-Mi fermo a chiedermi qual è il progetto che Dio ha per me? Collaboro con Lui per realizzarlo al meglio?

Fermarci a riflettere su questi punti non è tempo perso, anzi. Molto spesso è proprio da questi momenti di meditazione che inizia la nostra ri-generazione come singoli e come coppie, perché la frenesia della nostra vita ci porta sempre più spesso a fare senza pensare, ad improvvisare senza progettare. Progettare è certamente uno sforzo in più, prevede l’interazione e la collaborazione, ma il gusto del risultato sarà di sicuro molto più desiderato e apprezzato.


PROGETTISTI A CONFRONTO

-Riusciamo a collaborare e progettare insieme la nostra vita di coppia?
-Dove commettiamo errori e perché?
-Dove facciamo bene e perché?
-Progettiamo insieme solo se si tratta di cose che riteniamo grandi e importanti, oppure riusciamo a condividere anche le piccole cose quotidiane?
-Confrontiamoci sul menu a cui ognuno di noi aveva pensato e progettiamone uno insieme
-Come coppia ci siamo chiesti qual è il progetto che Dio ha per noi? Quello a cui Lui ci chiede di collaborare? Quello che, per essere realizzato, ha bisogno della nostra volontà?


PREGHIAMO INSIEME

Al termine di questo momento, preghiamo insieme con il bellissimo Salmo 138.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.

Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo.
Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra
e intorno a me sia la notte»;
nemmeno le tenebre per te sono oscure,
e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio;
se li conto sono più della sabbia,
se li credo finiti, con te sono ancora.
Se Dio sopprimesse i peccatori!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari.
Essi parlano contro di te con inganno:
contro di te insorgono con frode.
Non odio, forse, Signore, quelli che ti odiano
e non detesto i tuoi nemici?
Li detesto con odio implacabile
come se fossero miei nemici.
Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri:
vedi se percorro una via di menzogna
e guidami sulla via della vita.






Maria Marzolla
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