Iniziamo insieme quest’avventura tra i fornelli di casa anche se, e dobbiamo essere sinceri, tutto inizia da un’altra parte, quel posto in cui c’è sempre qualcosa che bolle in pentola, dove i coperchi sono chiusi ed a volte si intravede solo il fumo o, per i più attenti, se ne avverte il profumo. Sì, tutto ha inizio in quel laboratorio instancabile del nostro cuore, dove sperimentiamo, maciniamo, tritiamo emozioni, impastiamo i pensieri e se anche un solo ingrediente non è quello giusto ne vien fuori un bell’impiastro!
Ma può accadere anche qualcos’altro, anzi spesso accade altro. È sempre lì che immaginiamo e che, come abili pasticceri, costruiamo torte di desideri a più piani, con infinite decorazioni e sfumature di colori di pasta di zucchero, tanto che poi descriverle diventa un’impresa quasi impossibile. E tale impossibilità rischia di trasformare quei bellissimi desideri in sogni irrealizzabili che probabilmente conosceremo solo e soltanto noi e il nostro partner potrà averne, purtroppo, solo una vaga idea ed anche molto sbiadita: ecco descritta, in poche righe, la genesi dell’affermazione “Tanto tu non mi capisci” oppure  “Ancora non mi conosci!” e frasi dello stesso tenore. Ed a questo si aggiunge un senso di forte insoddisfazione, di solitudine pur essendo in coppia, pur amando.
Dov’è allora il problema? Il primo tentativo è quello di sciogliere questo nodo e trasformarlo in un punto di snodo che possa condurci sulla stessa strada maestra. Siamo Uno pur essendo in due ed è questa la nostra vera sfida, insieme la bellezza e la difficoltà della nostra vocazione e alla luce di questo, il punto di partenza non può che essere la condivisione delle nostre unicità.
Quante volte abbiamo desiderato trascorrere un momento tutto nostro, ma le situazioni non lo permettono? Quante volte, nonostante ci conosciamo da decenni, desidero qualcosa che non riesco a condividere?

Cos’è una cena a lume di candela per una coppia? Perché è importante e bello desiderarla insieme?


MEDITIAMO IN SOLITUDINE

-Ho sempre condiviso i miei desideri nella coppia?
- Mi è capitato di sentirmi solo/a pur essendo in coppia?
- Cosa blocca la spontaneità della condivisione dei miei desideri?
- Ho paura di essere non compreso/a e che il partner possa farsi un’idea sbagliata di me?
- Resto qualche minuto in silenzio per dar voce ai miei desideri
- Avverto dentro di me il desiderio di Dio? La sete di Infinito?

Dopo questo prezioso momento in solitudine, nel quale chiediamo al Signore il dono della sincerità e della consapevolezza, ritagliamoci un momento con il/la nostro/a partner. Superato il timore iniziale e abbandonando quella sensazione di tabù che sopravviene soprattutto nei rapporti di coppia molto duraturi, cerchiamo di aprire il nostro cuore, di spalancarlo all’altro/a, di renderlo/a partecipe della nostra unicità, unicità che Dio ha voluto che si incontrassero sulla via di questa vita terrena per poterla percorrere insieme.

INTERROGHIAMOCI

-Conosciamo i desideri reciproci?
-Perché accade che li teniamo solo per noi e non abbiamo il coraggio o la voglia di condividerli?
-Cosa desideriamo per una cena insieme? Come la immaginiamo?
-L’abitudine è cattiva consigliera nella libertà di condividere quello che vive nel nostro cuore?
-Ci raccontiamo il desiderio di Dio, dell’Amore più grande?


PREGHIAMO INSIEME
 Fil. 2, 1-11
1 Se dunque c'è qualche consolazione in Cristo, se c'è qualche conforto, frutto della carità, se c'è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, 2rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. 3Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. 4Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri.
5Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
6egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l'essere come Dio,
7ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall'aspetto riconosciuto come uomo,
8umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
9Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
10perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
11e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!,
a gloria di Dio Padre.


IMPEGNO

In questa settimana ci impegniamo come coppia a ritagliarci un momento di condivisione tra noi e, con quella libertà del cuore, una condivisione comune con il Signore.

















Maria Marzolla
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