Ho avuto il privilegio non solo di leggere (quasi) tutti gli scritti di Michael Paul Gallagher, ma di averlo per un arco di tempo come padre spirituale. Ricordo ancora quei colloqui al Collegio del Gesù dove il gesuita irlandese mi veniva incontro con un sorriso accogliente sulle labbra, la sua tipica serenità negli occhi e la sua Bibbia in mano. I nostri colloqui avevano sempre come sfondo un passo o un versetto biblico. Molti di questi colloqui sono ancora impressi nella mente e nel cuore. Nello spazio di questo breve articolo, vorrei parlare di quattro prolegomeni dell’approccio di Gallagher che lo rendono molto affine al suo tanto caro John Henry Newman.

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Robert Cheaib
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