Settimana della purezza

Parola del giorno: abbandono

“L’abbandono, ecco, cara signora, ciĂ² che ci affida a Dio. Io sono molto giovane, ma mi sembra di avere qualche volta sofferto tanto. Allora, quando tutto s’ingarbugliava, quando il presente era così doloroso e l’avvenire mi appariva ancor piĂ¹ scuro, chiudevo gli occhi e mi abbandonavo come un bambino nelle braccia di quel Padre che è nei cieli.
Cara signora, consenta a questa piccola carmelitana che l’ama tanto di dirle qualche cosa da parte sua. Sono le parole che il Maestro indirizzava a S. Caterina da  Siena: “Pensa e me, io penserĂ² a te”. Guardiamo troppo a noi stessi, vorremmo vedere e comprendere e non abbiamo abbastanza fiducia in Colui che ci avvolge nel suo amore. Non bisogna arrestarsi davanti alla croce e guardarla in se stessa, ma raccogliendosi nella luminositĂ  della fede, bisogna salire piĂ¹ in alto e pensare che essa è lo strumento che obbedisce all’amore di Dio…”
(Dalla lettera alla Contessa De Sourdon del 25 luglio 1902)


Ăˆ una lettera bellissima quella di Elisabetta. PiĂ¹ la si rilegge e piĂ¹ si scopre la veritĂ  di ogni parola scritta. Quante volte è capitato anche a noi di essere sfiduciati nel presente? Di vedere tutto nero, di avvertire quella sensazione che tutto si ingarbuglia senza piĂ¹, nodi su nodi, e non sai piĂ¹ come uscirne. Vorresti che arrivasse qualcuno a salvarti, a tirarti fuori da quel pasticcio. Ebbene, Elisabetta ci dice che il segreto è nella fiducia dell’abbandono, che non vuol dire lasciar perdere tutto, rinunciare a vivere la nostra vita, ma farsi prendere per mano dal PapĂ , fidarsi e lasciarsi accompagnare. E pensare alle parole di GesĂ¹ a S. Caterina da Siena: “Pensa a me, io penserĂ² a te”.

DOMANDE PER RIFLETTERE da soli o in coppia

  • Quali sono i nodi della mia vita che proprio non riesco a sciogliere?
  • Riesco ad avere fiducia in qualcuno? Se sì, chi? Se no, perchĂ©?
  • Ho provato la sensazione o il desiderio di abbandonarmi  e lasciarmi guidare? Quando?
  • Pensa al momento che stai vivendo, alle situazioni di ogni giorno, e prova ad affidarti al Padre con fiducia.


Se si è in coppia, dopo aver risposto singolarmente, domandiamoci:
  • Ci sono nodi nella nostra coppia?
  • Qual è stato un momento, nella nostra storia, in cui tutto sembrava ingarbugliato?
  • Nutriamo fiducia reciproca?
  • Quando siamo insieme, riusciamo a provare quella sensazione di abbandonarsi con fiducia all’altro, obbedienti al vero amore?


PER LE FAMIGLIE: Fidati, ci penso io!

I bambini hanno una fiducia innata nei loro genitori e far loro comprendere il senso di questa totale fiducia nell’abbandonarsi è molto piĂ¹ semplice. Dobbiamo sperimentare insieme, in modo tangibile, cosa vuol dire fidarsi completamente dell’altro, e  lo faremo giocando.
Al centro del tavolo i bigliettini con i nomi dei componenti della famiglia. Ognuno ne sorteggia uno. Se si dovesse pescare il biglietto con il proprio nome, lo si lascia e si ripesca. A turno ci si benda e il componente che ha pescato il mio nome deve guidarmi in un’azione che deciderĂ .

Esempio. Ho pescato il nome di papĂ , così decido di fargli bere un bicchier d’acqua. Lui non deve usare mani, deve fidarsi di me, abbandonarsi. Ed io devo dissetarlo senza bagnarlo!

Si puĂ² decidere di fare tutti la stessa cosa o di scegliere tra le mille idee che i bambini propongono. Al termine, ci si confronta su cosa si è provato sia nel fidarsi che nel guidare l'altro.

PREGHIERA

Questo momento termina con la preghiera quotidiana.

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Maria Marzolla
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