La difficoltà degli interlocutori di Gesù nell'accettare il fatto che lui doni il suo corpo da mangiare e il suo sangue da bere non è estranea ai nostri tempi. Quante volte noi e/o le persone con cui ci confrontiamo esprimiamo la difficoltà di accettare una tale follia che rasenta la stoltezza! Dio che si fa pane! Oserei dire che forse questa difficoltà è sintomatica di una disattenzione previa. Una distrazione che cela ai nostri occhi altri miracoli. Il primo tra questi è il miracolo dell'essere e di esserci. Non è scontato che ci sia qualcosa. Tanto meno è scontato che io ci sia. Questa meraviglia dinanzi all'essere la coglievano già i filosofi antichi e la può cogliere ogni persona di buona volontà. Per il credente, il nome di questa meraviglia diventa «creazione». Il dono, non dovuto, del Signore che crea... E che ricrea con l'incarnazione e il mistero pasquale... Sono grandi meraviglie, ma il fatto di averle sempre a disposizione ci rende un po' ciechi e distratti... Apriamo il cuore all'opera del Padre che ci dona la vista meravigliata dei figli... Perché «nessuno può venire a Gesù, se non gli è concesso dal Padre».
#pregolaParola (Gv 6,60-69)
Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
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