Ci parli di amicizia con te, Signore. Ci parli di essere uniti a te... Ma chi è all'altezza di tali relazioni. Parlo per me: io spesso non sono all'altezza dell'amicizia con me stesso. E non ho unità nemmeno nel mio essere, bensì divisione e dispersione tra ciò che voglio essere e ciò che sono.
C'è un trucco? O siamo destinati a essere frustrati da un desiderio non realizzabile che brucia i nostri giorni come un lampione brucia le ali di un'audace farfalla?
«... io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre». Questa è la chiave di volta e di svolta. L'amicizia e l'unione con Dio vengono da un ardire umano, ma dalla vita di Dio stesso in noi. Non può sostenere il Fuoco se non il Fuoco stesso e ciò che il Fuoco ha reso incandescente.
A noi cosa tocca? Ecco Gesù che ci risponde: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti». Così facendo, gli permettiamo di venire a noi, di trasformarci. Venendo Lui, viene il Padre e viene lo Spirito, diventiamo attivamente «casa della Trinità».
#pregolaParola (Gv 14,15-21)
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
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