Comandamento, amore e gioia. Tre parole che sembrano incompatibili. È alla moda pensare l'amore senza regole, senza comandamneti, un'esplosione spontanea di emozioni. Così è anche comune credere che un comandamento, un dovere sia soltanto fonte di frustrazione e di tristezza. Eppure, in una sequenza chiara Gesù mostra il filo di Arianna che attraversa queste tre parole: chi ama, osserva i comandamenti. Chi ama custodisce la parola dell'Amato, ha una vita che rispecchia il proprio amore. E solo questo amore reale, concreto, trasformatore genera gioia, genera felicità. Diamo credito sull'amore a chi è l'Amore eterno e beato.
#pregolaParola (Gv 15,9-17)
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
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