Il discepolo consegna il Maestro alla morte, il Maestro consegna la propria vita. Dona il pane e si dona nel pane. Il discepolo vuole rubargli la vita, lui la dona. Svuota il furto. Non puoi rubare ciò che ti è donato. Il discepolo vuole entrare nelle tenebre, ma la Luce è più ostinata. Si dona a lui, facendosi suo cibo. Il discepolo non sa cosa fa. È accecato dai suoi propositi: «Sono forse io, Signore?». Il Maestro sa dove sta andando. Ma non si tira indietro. Avendo amato i suoi fino alla fine, non si risparmia nemmeno un passo. Tocca fermarsi. Gustare questo Pane che si dona. È la pienezza che anticipa il Cielo. La donazione che perdona tutti i nostri tradimenti.
#pregolaParola (Mt 26,14-25)
Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: «Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli»». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
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