In un suo canto sulla Passione, il cantante Steve Green, ispirandosi a un accostamento tradizionale, parla un una prima strofa di Maria che versa il profumo ai piedi di Gesù e, in quella successiva, di Gesù che viene versato sulla croce per noi. Questo accostamento è commovente perché, come umani ci possiamo dire: ma cosa è il dono della mia vita a Gesù? Eppure, il Signore accoglie il dono e lo apprezza. Ed è bello all'inizio della settimana santa sapere che il Salvatore, l'unico redentore, non disprezza le nostri croci, le nostre passioni e la nostra passione, ma associa tutto ciò che doniamo al suo dono e alla sua morte, per renderci partecipi della sua risurrezione.
#pregolaParola (Gv 12,1-11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù
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