Il Vangelo di oggi ci presenta una malattia e la sua cura. La malattia è quella della cecità, dell'incapacità di vedere Dio in Cristo. Gesù elenca diverse testimonianze che convergono e testimoniano della sua origine divina. C'è la testimonianza di Giovanni, la testimonianza del Padre, la testimonianza delle opere che Gesù compie e la testimonianza delle Scritture che si riferiscono a lui. Eppure, i suoi interlocutori non riescono a credere. Nel seguito della pagina evangelica Gesù dice loro il perché: «E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?». Il motivo dell'incredulità è la vanità, è la ricerca dell'apparenza e dell'approvazione umana Sembra una cosa innocente, da poco. Ma la persona che vive la propria vita spirituale guardando intorno e non guardando in alto, spesso le vengono le vertigini della vanità e perde di vista la verità. Cosa fare dunque? È sempre il Vangelo a segnalare la strada: fare spazio in sé all'amore di Dio attraverso l'accoglienza della testimonianza del Testimone fedele, Gesù.
#pregolaParola (Gv 5,31-47)
Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C'è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
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