Quando umanamente non ci sentiamo all'altezza, è lì che «meritiamo» la condiscendenza di Dio. Dio non so merita. Ecco la buona notizia del vangelo. Dio si dona. Si enta lui il merito e il premio. Non c'è in ciò un rischio di lassismo? No, c'è la scommessa di un amore che trasforma. Un amore che ama i peccatori, e amandoli li trasforma. È qui che sta la vera differenza: Dio non ama chi lo merita, ma rende meritevole chi Egli ama. È giusto allora dire il cogito cristiano: amor ergo sum. Sono amato allora esisto.
#pregolaParola(Lc 5,27-32)
Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
via il canale Telegram Briciole di teologia
iscriviti per non perdere gli aggiornamenti