Questo vangelo spalanca un portone per noi. Sì, proprio noi che stiamo meditando questo passo del vangelo. Non veniamo con pretese verso Gesù, ma ci mettiamo in ascolto, affamati della sua parola, assetati della sua presenza. Nei vangeli, è ricorrente l'argomento con il quale Gesù svuota l'argomento genialogico. Nessuno deve fare affidamento sul fatto di essere discendenza di Abramo o, addirittura parente stretto di Gesù. La nuova famiglia di Dio ha un albero genealogico diverso. E non deve sembrare strano riconoscerci qui, intorno a questa parola, più fratelli e più vicini di persone con cui stiamo a stretto contatto “superficiale” altrove. Cercando la volontà di Dio e mettendola in pratica, siamo generati in una famiglia nuova e, a nostra volta, generiamo Gesù nelle nostre famiglie.
#pregolaParola
(Mc 3,31-35)
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
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