La scena del vangelo di oggi, dove due visioni della Legge di Dio si confrontano, non è tanto lontana da noi. Questo confronto e questa lotta avvengono tra di noi e dentro di noi. La maturazione nella comprensione della Legge morale passa dalla fissazione sulle norme, come macigni che passano sui cadaveri dei malcapitati, a una visione che guarda la persona negli occhi, riconosce le situazioni e coglie la finalità della norma. In altre parole, passa alle norme come mattoni che costruiscono una vita, una relazione, la santità. I più timorosi vedono in ciò l'abolizione di ogni certezza. I più progressisti pensano così di poter fare tutto quello che pare a loro. Da questo vangelo trapela una via media: la certezza c'è, ed è la consapevolezza dell'amore di Dio che con la norma ci vuole custodire, non annientare; il criterio c'è, ma non è l'arbitro individuale, ma la relazione di amore che la norma vuole custodire e far fiorire.
#pregolaParola (Mc 2,23-28)
Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato».
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