San Gregorio Magno sottolinea un particolare contrasto nello stile di vita di Gesù evidenziando quello che ci insegna su di lui questo vangelo: Gesù guariva di giorno e pregava la notte, offrendo così un edificante esempio ad ogni missionario del vangelo Anche san Gregorio Nazianzo si sofferma sulle due attività che vediamo Gesù esercitare in questo vangelo: la diakonia dell'amore e la vita di preghiera. Scrive il Nazianzo: "Egli svolgeva la sua opera in mezzo al popolo, ma la sua preghiera la svolgeva solitamente in luoghi deserti, sancendo così la libertà di riposare per un momento dal lavoro per conversare con Dio con cuore puro". Ecco, il dialogo con Dio con cuore puro è la condizione per essere portatori di una purezza che trasforma chi ci incontra. Non possiamo essere strumenti di guarigione degli altri dalla lebbra senza essere noi stessi purificati dalla frequentazione di Colui che è il puro per eccellenza perché è tutto dedito alla realizzazione della volontà del suo Padre.
#pregolaParola (Lc 5,12-16)
Mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va' invece a mostrarti al sacerdote e fa' l'offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.
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