L'esultazione di Gesù nello Spirito si associa al dialogo che il Cristo ha con i discepoli qualche versetto prima della périscope scelta per oggi. Il Signore aveva invitato i discepoli a gioire, non per quello che fanno, ma per quello che sono. «Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti in Cielo». Rallegratevi perché non siete anonimi dinanzi al Padre. Il vangelo di oggi, poi, ripete con insistenza la parola Padre (cinque volte in pochissimi versetti), per dirci e ricordarci la paternità di Dio. Questa paternità è unica nei confronti di Gesù, egli ha un rapporto speciale con il Padre. È il Figlio. Ma proprio grazie a lui, noi diventiamo figli. È questo il motivo della grande gioia a cui il Signore accennava. Gesù ci chiarisce che solo i piccoli capiscono e riconoscono la sorgente di questa gioia. Per cui, se ne siamo distratti e distanti, significa che chiediamo al Signore il dono dell'infanzia spirituale.
#pregolaParola (Lc 10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
via il canale Telegram Briciole di teologia
iscriviti per non perdere gli aggiornamenti