Sono martiri per Gesù quei bambini. In un certo senso, hanno dato la vita per lui. E lui ha dato senso alle loro morti. Certo, avremmo voluto un mondo diverso, un mondo senza morte, senza sofferenza, senza male... E anche Dio l'avrebbe voluto così. Ma in un mondo ferito dal male, spezzato da una libertà che non ha voluto dire un sì totale all'amore, il male c'è, il dolore c'è. E solo il Dio che si fa prossimo all'uomo nel suo dolore, che diventa «uomo dei dolori», dona alla vita umana un senso pieno. Tale senso non fa il gioco della negazione, non nega l'esistenza del male, ma spezza il circolo del male con il bene che si dona a ogni sofferente, che si dona in ogni sofferenza.
#pregolaParola(Mt 2,13-18)
Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato mio figlio. Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.
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