«... Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono». È oscuro il versetto appena citato e si fa fatica a capirne il significato. Si tratta delle violenze che il regno subisce su questa terra? O di qualcosa di diverso? Tra le interpretazioni suggestive, abbiamo quella di San Gregorio che connette giustamente il versetto citato alle parole che precedono . E alla luce di queste parole, coglie un senso del versetto. Gregorio ci ricorda che Giovanni predica la conversione perché il regno di Dio è vicino. E la conversione è una specie di violenza. È cambiare rotta. È non assecondare gli impulsi della natura tout court, ma aprirsi alla chiamata profonda che sentiamo nel nostro essere e che ci chiama a elevare il cuore, l'anima e la volontà al Signore. «Grande è la violenza che, noi che siamo nati sulla terra, dobbiamo cercare una dimora in cielo». Ma ci danno speranza le parole di Gesù: se il più piccolo del regno è più grande di Giovanni, allora la nostra povertà non è un catenaccio, ma un canale per accedere all'incontro con il Signore.
#pregolaParola (Mt 11,11-15)
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!
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