Bellissime le sfumature che attraversano tutte le letture di questa domenica. Ognuna ci parla di attesa in un modo diverso. In Isaia l'attesa è speranza che si realizza, è una processione verso la casa del Signore, l'unica che dà la parola di vita. Nel salmo è iniziativa e pellegrinaggio di gioia verso la città santa del Signore. Nella seconda lettura, l'attesa è invito a non lasciarsi ottebebrare la vista o appesantire il cuore, ma di avere il cuore vigilante e proteso a Cristo Signore. È un'attesa innamorata che si sazia già del Signore Gesù presente. E nel vangelo, infine, si esprime il senso dell'attesa con l'elemento di imprevedibilità attraverso il paragone-contrasto di un ladro che viene di notte. Tutto ci chiama a risvegliare il cuore, a vegliare, ad attendere Gesù riconoscendolo già presente, nella nostra sete di lui, nella nostra speranza, nelle nostre azioni.
#pregolaParola (Mt 24,37-44)
Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.
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