Quante volte anche io chiamo Gesù fuori proprio mentre sta parlando. Penso che i suoi progetti non mi riguardino e allora resto fuori, in attesa che venga da me ed entri nella mia lettura e nella mia prospettiva sulle cose. Non mi ci vedo dentro e non mi lascio coinvolgere nella sua versione, nel suo annuncio, nel suo disegno. E lo faccio forse con l'alibi di una familiarità speciale. Sai, Signore, siamo compagni di strada da decenni! La familiarità con il Signore è un dono, ma che deve essere custodito, accudito, rinnovato. Non può vantare intimità passate perché l'intimità va nutrita ogni giorno. E questo vangelo ci indica il nutrimento fondamentale, quello che Gesù stesso chiama «il mio cibo»: fare la volontà del Padre.
#pregolaParola
(Mt 12,46-50)
Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
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