Colui che Gesù, nella sua preghiera sacerdotale, chiama: «Padre giusto» e in altre occasioni lo presenta come la fonte di ogni bontà, viene presentato qui attraverso una parabola che parla di un giudice ingiusto e privo di bontà. Dio viene annunciato parlando di un giudice che non teme Dio. Perché il contrasto? Proprio per dirci quanto abbiamo bisogno di battezzare la nostra idea di Dio quando eleviamo la nostra preghiera. Oggi, dinanzi à questo vangelo, non c'è tanto da riflettere, quanto da permettere all'immagine del Padre buono di penetrare nelle nostre idee distorte di Dio per poter gustare la gioia del vangelo, la gioia di essere figli amati fino alla follia.
#pregolaParola
(Lc 18,1-8)
Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: «Fammi giustizia contro il mio avversario». Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: «Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi»». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
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