Non so se capita anche a voi, a me personalmente capita che quando vedo una persona che prega profondamente, vengo colpito da un desiderio di pregare come lei. O, meglio, vengo ricondotto dalla nostalgia alla mia preghiera, a quella fonte profonda innescata nel mio cuore dallo Spirito Santo. Possiamo solo immaginare l'impatto della preghiera di Gesù sui suoi discepoli: «Signore, insegnaci a pregare...». La Risurrezione stava già esercitando i suoi effetti, risuscitando il desiderio di Dio, la sete di comunione con lui. Ora, il Padre nostro, più che una preghiera, è un programma di preghiera e di vita. E la porta di ingresso è già eloquente: non si prega un'idea o un concetto, si prega un Padre, il Padre; non può esserci preghiera combattendo contro i mulini a vento, si prega quando ci si butta, ci si arrende alla presente viva ed amante di Dio, di un Papà.
#pregolaParola

(Lc 11,1-4)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
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