Si racconta di San Francesco nello Specchio della perfezione (Cap. 53), che un giorno venne da lui un dotto frate dell'ordine dei predicatori e gli espose una perplessità su un passo biblico. Francesco, pur non avendo gli studi del predicatore, aveva la scienza dell'esperienza umile del Signore. E, di fatto, la sua risposta chiarì i dubbi del frate che se ne andò esclamando: «Fratelli miei, la teologia di quest'uomo, attinta a purità e contemplazione, è aquila che vola; mentre la nostra Scienza striscia con il ventre a terra». Un'immagine e un contrasto eloquenti per dire che c'è una scienza che viene dallo studio dei libri e una scienza che viene dalla contemplazione del Volto. La prima rischia di gonfiare, la seconda, fondata sulla semplicità dell'amore edifica e illumina. Beato chi sa congiungere entrambe le scienze.
#pregolaParola

(Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
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