Le nostre relazioni, anche quelle più importanti e più radicali, sono relative. La relazione di un padre verso il proprio figlio non può essere totalizzante e assoluta. Qualora la relazione fosse così pervasiva, sarebbe invasiva e distruttiva. E la relazione tra due sposi non può essere assoluta. Non solo perché a livello orizzontale le persone hanno bisogno, per la sanità della stessa relazione, di altre interazioni. Ma anche e soprattutto perché nessuno può colmare l'esistenza di un'altra creatura umana. Siamo sete di Dio. Prima lo riconosciamo, meglio saranno le nostre relazioni, perché non saranno esauste sotto il peso di esigenze letteralmente sovraumane... Vista la realtà delle cose, l'esigenza di primato che Gesù chiede non solo non è lesiva dei nostri rapporti, ma ne costituisce il vero compimento. Per questo, è con i santi che si vivono le amicizie e le relazioni più belle.
#pregolaParola

(Lc 14,25-33)
Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro». Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
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