Pensando al dolore di qualche persona cara, non mi riesce questa volta che a commentare questo vangelo con una preghiera di supplica: Signore, ci sono tante vedove e madri che piangono figli morti precocemente, o in preda a mali che rendono la morte desiderabile. Ci sono tante persone che soffrono, che toccano con mano l'ingiustizia del male. Vieni Signore, vieni a dire loro: «Non piangere». Vieni, Dio della vita, Dio del bene, vieni a lenire i dolori. Vieni a dire a tanti giovani morti: «Dico a te, alzati». So che questo tuo dono sarà generalizzato solo al tuo ritorno. Ma anticipa Signore l'eschaton, regna nei cuori, regna nel mondo, regna nella nostra storia. Amen.
#pregolaParola

(Lc 7,11-17)
In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
via il canale Telegram Briciole di teologia
iscriviti per non perdere gli aggiornamenti