La missione cristiana ha le sue radici nella autenticità. Non si tratta di essere impeccabili. Nessuna creatura umana lo è. «Tutti hanno peccato e sono venuti meno alla gloria di Dio», ci dice Paolo nella lettera ai romani. Si tratta, però, di non adagiarsi nei propri difetti e di non far diventare il male e il vizio un'abitudine serena. L'analogia della trave nell'occhio è forte. Nella sua esagerazione, ci dice che il male tenuto lì nel cuore, la menzogna non debellata dallo stile di vita, hanno almeno due effetti: ci fanno male e ci accecano a noi stessi e, di conseguenza, anche verso gli altri. Il rimedio è partire da un sano “egotismo” quale attenzione dovuta alla propria vita per permetterle di essere dono. La prima missione è verso se stessi.
#pregolaParola
(Lc 6,39-42)

Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio», mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello
via il canale Telegram Briciole di teologia
iscriviti per non perdere gli aggiornamenti