«Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze». Che situazione terribile quella in cui si trovano questi credenti che si scoprono sconosciuti per Cristo. Anche noi, cristiani, possiamo dire che mangiamo e beviamo in presenza del Signore e lo ascoltiamo parlare nelle nostre liturgie. Ma cosa ci protegge da quella tragica affermazione: «Non so di dove siete»? La porta stretta, un vissuto senza ipocrisia., una vira che confida pienamente in Colui che ha detto di sé: «Io sono la porta». In altre parole, la chiamata è quella al recupero della tanto trascurata ascesi, accompagnata da un sincero e concreto riconoscimento del primato della grazia di Cristo, perché è lui ad attirarci al Padre.
#pregolaParola

(Lc 13,22-30)
Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: «Signore, aprici!». Ma egli vi risponderà: «Non so di dove siete». Allora comincerete a dire: «Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze». Ma egli vi dichiarerà: «Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!». Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
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