Mi dispiace quando sento la storia di convertiti o di persone che hanno riscoperto la fede oppure semplicemente di persone che hanno vissuto una ordinaria maturazione nel loro rapporto con Dio, e che gettano fango sulla loro vita di prima. Mi dispiace perché non tutto del passato di una conversione è da condannare o da disprezzare. Spesso siamo qui oggi, grazie al fatto che eravamo lì ieri. Non abbiamo diritto di deridere i nostri primi passi incerti da bambini perché ora sappiamo camminare, correre e ballare il tip tap... Gesù sa valorizzare l'antico di una persona che lo segue assieme al suo nuovo, e sarebbe bello se noi adottassimo questo sguardo benedicente del Signore sul nostro passato e sulle nostre peripezie. Sarebbe bello se imparassi o a estrarre dal nostro tesoro, cose vecchie e cose nuove che convergono nel lodare il Signore che abbiamo incontrato.
#pregolaParola
(Mt 13,47-53)

Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
via il canale Telegram Briciole di teologia
iscriviti per non perdere gli aggiornamenti