«Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto». A primo acchito, la sorte del tralcio che non porta frutto e di quello che lo porta sembrano uguali. C'è comunque un taglio. Ma i due tagli sono diversi. Uno è un taglio per la morte, l'altro è per la vita. Chi cammina con Dio non è risparmiato dalle difficoltà e dalle croci della vita, ma il suo atteggiamento nei loro confronti, la traduzione di queste croci nella trama generale della propria esistenza, fa la differenza. Non è ciò che sopporti che conta, ma come, perché e per chi lo sopporti che fa la differenza. Per questo l'appello fondamentale è rimanere in lui, perché il senso della nostra esistenza è lì, nella dimora, nell'Unione nuziale dove lui sarà tutto in tutti.
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(Gv 15,1-8)

«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
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